Tutti conosciamo l’Islanda, perlomeno nell’immaginario comune, come una terra dove colori luci e vento si mischiano tra loro a creare un fascino unico e indiscutibile… Una terra dove i fattori climatici come il vento e la pioggia possono rendere impegnativo anche il più tranquillo dei progetti di vacanza.

Che dire poi di quella miriade di fiordi grazie ai quali il Mare di Groenlandia sembra entrare in profondità in queste lande desolate?
O delle infinite cascate spesso di dimensioni enormi che precipitano da scogliere basaltiche popolate dalla famosa Pulcinella di mare?
E poi tutti ce la immaginiamo molto lontana, persa lassù ai limiti settentrionali dell’Oceano Atlantico, anche se in realtà così lontana non è: l’Islanda si trova infatti poco a nord del 63º parallelo ed è raggiungibile abbastanza comodamente dall’Italia, con un volo di circa quattro ore.

Così ormai da alcuni anni riparto verso nord per tornare in Islanda e passare alcuni giorni a curvare sulle sue belle nevi di fine inverno: nota agli appassionati per il “firn”, in realtà offre sempre la possibilità di sciare tra nevi farinose sui pendii Nord e splendidamente trasformate non appena i versanti guardano al sole.
Il viaggio da Reykjavik ad Akureyri già da solo vale il fatto di trovarsi lassù: l’unica strada aperta tutto l’anno (o perlomeno quasi sempre, in base alle nevicate) è la Numero 1, che compie il periplo dell’intera isola.
Viaggiando lungo la costa occidentale e poi quella settentrionale si scavalcano alcune zone montagnose con colli che superano i 600 m di quota (altitudine piuttosto significativa per una strada a queste latitudini): le sporadiche abitazioni circondate da branchi di rustici cavallini islandesi testimoniano l’isolamento in cui vive la gran parte della popolazione.
L’ambiente attraversato ricorda molto le lande patagoniche: procedendo nel viaggio diventa sempre più alpino finché la strada scende con ampi tornanti al fiordo di Akureyri e ci si trova circondati da un’infinità di belle montagne.

La graziosa cittadina offre tutti i comfort, dai supermercati perfettamente riforniti, alle tipiche casette destinate all’ospitalità turistica: calde (con le fumarole vulcaniche dietro casa il teleriscaldamento è d’obbligo!) e confortevoli; in centro numerosi luoghi di ritrovo permettono di entrare più a fondo nei ritmi di vita degli islandesi.
Lo Scialpinismo qui è d’obbligo e infatti l’Islanda è famosa per questa attività da tempi remoti, sicuramente prima che per questo sport diventasse famosa la Norvegia: spesso si può partire con le pelli direttamente da casa per compiere escursioni che fin si rivelano incredibilmente panoramiche.

Spostandosi di poco si raggiunge in una trentina di chilometri il grazioso villaggio di pescatori di Dalvik: qui si ha veramente l’impressione di trovarsi in terre dove l’essenziale è all’ordine del giorno: una chiesetta, il porto di pesca, un piccolo supermercato aperto per poche ore al giorno e tanto Scialpinismo tutt’intorno!
L’accoglienza dell’amico Björn nel suo pub ricavato dall’antico teatro del paese offre una gradevole occasione di ristoro con buona birra, tipiche zuppe di pesce locale e persino lo squalo putrefatto – poco consigliabile ai palati occidentali – buttato giù dai local con una golata di liquore…
Le gite partono quasi sempre dal mare o poco distante e spesso è possibile compiere interessanti percorsi in traversata, scendendo per esempio a Siglufjordur, altro pittoresco villaggio che si affaccia sulla costa settentrionale dell’isola e che offre una bella varietà di itinerari.
Dislivelli medi attorno ai 1000 m, ampie possibilità di traversate e di ripellate, curve sempre entusiasmanti e a picco su un mare che più blu non si può…. questa è in sintesi il tipo di esperienza che si può vivere in questa magica terra nordica.
Aurora boreale, whale watching e Spa con bagno nella birra fanno da (bellissimo) contorno!